The Last of Us Parte I – Recensione
Quando si parla dell’opera magna di Naugthy Dog si grida immediatamente al capolavoro e si pensa, ovviamente, a The Last of Us. Quest’ultimo si propone oggi con la sua terza edizione, denominata The Last of Us Parte I, che rappresenta un vero e proprio remake del suo capostipite. Le domande, ma anche le critiche, rivolte presso questa operazione sono tante e noi, avendo provato con mano il titolo in questione, possiamo per lo meno darvi le nostre personali risposte.
Siete curiosi di sapere se, effettivamente, chi ha già giocato l’opera nelle sue due versioni precedenti (PlayStation 3 e PlayStation 4) dovrebbe o farebbe bene ad acquistare questa nuova iterazione? Il prezzo richiesto per l’acquisto, è giusto? Aggiunge effettivamente qualcosa di nuovo al prodotto, oppure è semplicemente una nuova “veste grafica e tecnica”? Se volete sapere il nostro parere su queste domande e su altri quesiti riguardo il videogame in questione, vi invitiamo a continuare a leggere la nostra recensione e, in più, vi ricordiamo che qui potrete trovare la nostra guida al platino.
La storia
Nonostante non abbia bisogno di una spiegazione in merito, ci teniamo a raccontare per bene di cosa parla The Last of Us Parte I, soprattutto per i neofiti che si avvicineranno all’opera grazie a questo remake. In un vicino futuro il mondo sprofonda letteralmente nel caos più totale, a causa di una pandemia di un virus che trasforma gli esseri umani in quelli che possiamo definire “infetti” (perché non sono dei veri e propri “zombie”). Joel Miller, il protagonista, si trova presso la sua abitazione con sua figlia Sarah quando tutto ciò accade e cerca, ovviamente, di scappare insieme alla sua piccola e a suo fratello Tommy. Non tutto, però, va per il meglio…

Qualche anno più tardi possiamo notare che il mondo si è in un qualche modo “assestato”, ha incassato il colpo, cercando di salvare il salvabile. Joel si trova in una cittadina, capitanata da forze militarizzate, dove svolge un lavoro non propriamente “legale”. Dopo un attacco da parte di un’altra fazione, chiamata “Le Luci”, scappa insieme alla sua compagna in affari, nonché amica, Tess. Ben presto si troveranno immischiati, però, in un lavoro ben più grande di ciò che possono immaginare, ovvero attraversare letteralmente parte del continente per portare una “merce“, ma questa “merce” ha un nome ed è un essere umano, si chiama Ellie.
Semplice e straordinario allo stesso tempo
Benché la trama, effettivamente, non sia tanto arzigogolata, ciò che la rende unica è la sua stessa realizzazione. La direzione artistica, ma anche la regia e le varie scelte in merito, sono ciò che qualifica una storia che può sembrare “banale” (e attenzione, “banale” tra tante virgolette) e farla diventare davvero memorabile. Il viaggio che intraprenderanno i nostri due protagonisti, anzi, che intraprenderete con loro, non è solo “fisico”, ma è soprattutto “psicologico”, “mentale”, “emotivo”.

Infatti, ciò che rende davvero unica la vostra esperienza è l’immersione totale che proverete già dai primi momenti, grazie ad alcune trovate davvero particolari (senza incorrere in nessun spoiler). La domanda primaria, quindi, è la seguente: cosa succederebbe se due persone totalmente normali fossero poste in un ambiente caratterizzato dal caos, dalla distruzione e dalla morte? Ecco, la risposta potrete averla solo giocando The Last of Us Parte I e, fidatevi, qualsiasi essa sia, ne sarà valsa sicuramente la pena.
Il gameplay e l’intelligenza artificiale
Il gameplay è rimasto praticamente invariato, ma in un certo senso (e come ci si poteva aspettare) è stato evoluto, diciamo che è passato allo “step successivo”. Il gioco è improntato molto all’azione e, che sia furtiva o meno, vi ritroverete sia a combattere essere umani che “mostri non-umani” e ciò che rende più nuova la giocabilità di quest’edizione è, senza ombra di dubbio, il DualSense di PlayStation 5. Infatti, grazie alla sua implementazione vi renderà letteralmente parte di ogni passo, sparo o creazione che porterete a compimento. Vi sentirete parte integrante di questa azione.

Un altro punto a favore di questo remake è, sicuramente, l’intelligenza artificiale rinnovata. Difatti, ora, i nemici saranno più consci di dove si trovano, di come è formato l’ambiente o di come attaccarci e coprirsi al meglio. Sarà, quindi, molto più ostico fronteggiare tanti nemici a schermo, perché quest’ultimi si ripareranno in modo adeguato e sapranno effettivamente sparare meglio (vi colpiranno molto bene se non fate attenzione). Anche i nostri alleati sono più consapevoli dei loro movimenti, faranno silenzio e si nasconderanno quando lo faremo noi e, quando la battaglia si farà intensa, sapranno anche loro come ripararsi e sferrare attacchi nel modo migliore.
Il comparto tecnico e gli extra
Il lavoro, però, veramente eccelso è stato fatto con gli avanzamenti nel comparto tecnico, il quale è letteralmente mozzafiato. Il risultato compiuto sulle facce dei personaggi, ad esempio, vi lascerà a bocca aperta: se farete attenzione potrete tranquillamente vedere le vene, ma anche i vari lineamenti ben marcati, di ogni singolo PG presente in-game. In più, gli ambienti sono stati totalmente ricreati, sfruttando anche una nuova luminosità, in grado di dare più profondità agli stessi. Preparatevi a rimanere ammaliati di fronte ai vari panorami che il gioco vi mostrerà, passerete sicuramente qualche minuto ad ammirarli.

Altri fattori che faranno sicuramente felici i vari fan della serie, sono rappresentati da vari extra aggiunti qui, in The Last of Us Parte I. Avrete bozzetti, skin, modelli e molto altro da poter sbloccare tramite dei punti che guadagnerete nel corso della vostra avventura. In più, è buono annotare il fatto che è presente fin da subito il DLC uscito in un secondo momento all’epoca della prima release, ovvero Left Behind, incentrato sulla storia di Ellie e che aggiungerà almeno 4 ore alla vostra storia.
Conclusioni
La soundtrack, infine, è la storica realizzata da Gustavo Santaolalla, che vi farà venire i brividi ogni volta che la sentirete. Il doppiaggio è veramente di altissimo livello e i suoni, in generale, sono davvero ben realizzati. Insomma, vale il prezzo richiesto? Noi pensiamo di si, nonostante sia un po’ alto per un titolo che è arrivato alla sua terza iterazione. Non scordiamoci, però, che stiamo parlando di un capolavoro che ha fatto la storia dell’industria videoludica, dove coloro che lo conoscono lo ameranno nuovamente e, invece, chiunque ci si approcci per la prima volta: rimarrà sbalordito.