The Dark Pictures Anthology: Little Hope – Recensione

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I ragazzi di Supermassive Games  sono tornati a terrorizzare tutti con il loro nuovo capitolo: Little Hope. Prima di andare nel cuore della nostra recensione è importante sapere che questo è il secondo capitolo della collezione The Dark Pictures Anthology, una serie di videogiochi horror standalone. La redazione di GamesHelp è riuscita a sopravvivere a questa avventura, che vi catapulterà in una notte da incubo che si trasformerà, poi, in una lotta per la sopravvivenza. Se volete sapere, poi, come raggiungere tutti i trofei, compreso l’ambito platino di The Dark Pictures Anthology: Little Hope, vi indirizziamo qui per la nostra guida completa.

Una storia al cardiopalma

Il tutto prende luogo nell’immaginaria cittadina fantasma di Little Hope, nel New England (USA), la quale si scoprirà essere stata teatro di una sanguinosa caccia alle streghe. La storia, che vede come protagonisti un gruppo di 5 persone, girerà proprio intorno agli eventi accaduti 300 anni prima. Gli sfortunati tenteranno di raggiungere il primo luogo abitato per cercare aiuto, dato che l’autobus sul quale viaggiavano risulterà essere distrutto in un grave incidente stradale. Saremo obbligati, quindi, ad attraversare Little Hope, nella quale scopriremo l’oscuro passato della cittadina. Nel complesso, la trama è interessante e misteriosa con una buona dose di colpi di scena. L’unica nota negativa è la lentezza nel succedersi degli eventi, della durata complessiva di 7 ore di gioco. Ricordatevi, poi, che ogni scelta conta: quindi, non affrettatevi e scegliete con calma.

Little Hope recensione
Ecco il losco curatore nel suo ufficio.

Parlando, invece, del gameplay di Little Hope, è il classico delle avventure dinamiche: semplice e intuitivo, e le sessioni d’azione sono caratterizzate dai quick time events (QTE), dove il gioco vi richiederà di eseguire un comando in un breve lasso di tempo. Se si gioca su computer, poi, è possibile scegliere tre tipi di comandi differenti:

  1. Punta e clicca: con il cursore del mouse indicheremo la direzione del personaggio e tramite la pressione del tasto sinistro impartiremo l’azione da far eseguire a quest’ultimo. Io, personalmente, ho trovato molto scomodo questo sistema di comandi, non tanto nei QTE o nell’interagire con gli oggetti, ma nell’esplorazione. Questo metodo, infatti, rende macchinoso e talvolta frustrante muoversi nel mondo di gioco.
  2. Controller: il miglior modo, a mio avviso, per godersi questa particolare opera. Il Dualshock di PlayStation 4 o il controller di Xbox One, renderanno il tutto molto più semplice e fruibile.
  3. Mouse e tastiera: a differenza del punta e clicca con questo metodo si useranno i tasti “WASD” per far muovere i protagonisti. Quest’ultimo schema di comandi risulta assai più confortevole del punta e clicca.

Sarà, inoltre, possibile giocare in multiplayer sia online che locale e un’altra caratteristica di Little Hope è l’interazione con gli oggetti presenti nella scena di gioco. Difatti, sarà possibile ruotarli ed esaminarli per portare alla luce indizi celati.

Una parte tecnica un pochino da rivedere

Questa è stata la parte più difficile da giudicare. Nel complesso, la qualità tecnica è nella media. Le ambientazione di gioco sono davvero ben fatte e suggestive, e i modelli in-game, se visti in lontananza, sono di ottima fattura. Purtroppo però, l’opera non eccelle nell’audio, che in un prodotto del genere è fondamentale. Infatti, le voci di sottofondo non saranno tradotte e, talvolta, anche i discorsi principali conteranno delle parti in inglese. Questo è stato davvero fastidioso, perché il personaggio inquadrato, (nel nostro caso) parlerà italiano e cambierà improvvisamente lingua passando all’inglese, per poi tornare all’italiano.

Little Hope recensione
Ecco il gruppo di amici, precisamente sulla strada.

Un ulteriore difetto del comparto audio è la direzionalità dei suoni, infatti, una voce che ci è alle spalle sembrerà essere frontale e il lip sync, nei primi piani, non è dei migliori. A compensare il tutto, però, c’è l’illuminazione di scena: davvero ben fatta e in grado di rendere l’atmosfera molto cupa. Il livello migliore lo si ha, però, nelle scene all’interno dell’ufficio del curatore che sono, qualitativamente parlando, di gran lunga superiori, sia dal punto di vista grafico che uditivo. Come potete notare nella foto condivisa qui sopra, Andrew (il ragazzo al centro) sembra illuminato da una fonte di luce inesistente, dato che il gruppo è in mezzo ad una strada senza luci. Ultima, ma non per importanza, nota positiva che ci sentiamo di redigere è la presenza di attori noti nel cast, come Will Poulter nel ruolo, per l’appunto, di Andrew.

THE DARK PICTURES ANTHOLOGY
LITTLE HOPE

7.5

The Dark Pictures Anthology: Little Hope è un’opera che nel complesso raggiunge un buon livello, con una trama ben strutturata e riferimenti storici ben precisi. La presenza di volti noti nel cast, poi, è sicuramente uno dei più grandi punti forza del prodotto, che se pur non eccelso, in alcune parti, riuscirà a farvi prendere tanti spaventi. 

PRO

  • Gameplay semplice e fruibile
  • Ambientazione curata
  • Presenza di attori noti
  • Rigiocabilità

CONTRO

  • Troppo lento lo svolgersi degli eventi
  • Doppiaggio non dei migliori
  • Lip sync fuori sincrono
  • Piccole imperfezioni grafiche