Call of Duty: Vanguard – Recensione
Bentornati su GamesHelp! Oggi vi presentiamo la nostra recensione di Call of Duty: Vanguard (di cui vi abbiamo già parlato nella nostra guida al platino), il nuovo titolo della famosissima saga targato Sledgehammer Games e Activision, che abbiamo avuto modo di provare su PlayStation 5. Il gioco, rilasciato il 5 novembre per Windows, PlayStation 4 e 5, Xbox One e Series X/S, rappresenta il 18esimo capitolo della saga che tiene i giocatori attaccati allo schermo ormai da anni. Siamo rimasti molto soddisfatti del prodotto, nonostante qualche piccolo difetto che vi spiegheremo strada facendo. Premesse fatte, è ora di lanciarci nell’analisi del gioco!
Iniziamo la nostra recensione proprio parlando della modalità campagna di Call of Duty: Vanguard, la quale non crea punti di rottura rispetto al passato e che nella sua linearità riesce ad aprire spiragli verso un gameplay divertente e piacevole. La durata della storia si aggira intorno alle 5-7 ore complessive, che variano in base alla difficoltà impostata e alle abilità dei giocatori. I protagonisti sono un gruppo di soldati specializzati provenienti da varie nazioni, che vengono riuniti per formare la Task Force One. La storia ha inizio con i nazisti sull’orlo della sconfitta, ma pronti a ribaltare le carte in tavola mediante un progetto segreto chiamato Phoenix. L’obiettivo principale sarà quello di sventare i piani del Reich, in modo tale da sconfiggere i tedeschi.
Una campagna “classica”, ma piacevole
Ognuno dei protagonisti trae ispirazione da personalità realmente esistite durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale: sarà proprio l’analisi del passato di ognuno di loro a costituire la vera e propria narrazione della trama di Call of Duty: Vanguard. Ogni soldato del nostro schieramento possiede un’abilità peculiare, ad esempio: Polina Petrova ha la capacità di muoversi più rapidamente da accovacciata, mentre Wade può concentrarsi in modo tale da rallentare il tempo intorno a sé per poter guadagnare un vantaggio negli scontri a fuoco. Ci è piaciuta molto la possibilità di scegliere l’approccio da utilizzare nelle missioni: avrete, infatti, modo di utilizzare un approccio tattico e discreto, uccidendo furtivamente i vostri nemici, o potrete semplicemente impugnare le vostre armi e riempire di pallottole qualunque cosa vi si pari di fronte.

La narrazione è, inoltre, arricchita da cutscene riuscite alla perfezione: graficamente impeccabili, con un doppiaggio pressoché perfetto; risulta ottimo anche il lipsync. Consigliamo, ovviamente, di giocare il titolo col doppiaggio originale per godere di un’esperienza completa a 360 gradi. Dopo, poi, aver trascorso svariate ore correndo in giro per le venti mappe che il gioco mette a disposizione, possiamo dirvi con certezza che il multiplayer di Call of Duty: Vanguard è una vera bomba! Una miscela di elementi di assoluto pregio che vanno a costituire una fonte di divertimento pressoché illimitata!
Un comparto multigiocatore che stupisce
Vanguard riprende una struttura già consolidata (parliamo dell’organizzazione del menù, delle modalità di gioco e della presenza di un roster di operatori a disposizione) e la eleva ad un livello decisamente più alto. Come detto in precedenza, al momento il titolo offre venti mappe, che abbiamo esplorato e rigiocato più volte senza mai stancarci. L’unico difetto che abbiamo individuato in queste ultime è che alcune presentano troppi campi aperti, che forse non calzano a pennello con gli angoli stretti e il gameplay frenetico che caratterizza la serie. L’innovazione di spicco della modalità multigiocatore è, sicuramente, il ritmo battaglia.

Dopo aver filtrato le modalità che andrete a giocare, potrete scegliere tra tattico, assalto e blitz: questa decisione andrà a influire sulla quantità di giocatori che andranno a comporre le squadre. Il feedback di ogni singola arma è ottimo, il che porta a trarre una grossa soddisfazione dopo ogni uccisione. La fluidità e la rapidità del gioco, coadiuvate da un perfetto sistema di progressione (sia di armi che di livelli) vi faranno sentire appagati ed alla costante ricerca del miglioramento personale.
Zombie: che peccato!
Un’altra piccola pecca di Call of Duty: Vanguard è rappresentata dalla modalità zombie. Il racconto si lega alle vicende dell’Etere oscuroe dei redivivi, destando sicuramente l’attaccamento dei nostalgici e la curiosità dei neofiti; tuttavia, qualcosa non quadra. Nel momento in cui scriviamo, è disponibile una sola mappa: Der Anfang. Consiste in uno spazio infestato da redivivi, attorno al quale sono presenti diversi portali. Questi ultimi conducono a delle prove più o meno brevi, che vi consentiranno di farmare in modo da tornare alla base e potenziarvi, oppure acquistare nuove armi e gadget.

Il problema alla base del concept di questa mappa, secondo la nostra opinione, è che non riesce a tenere i giocatori incollati allo schermo a lungo, in quanto poco varia e priva di grossi spunti. Sicuramente, è un peccato dare un giudizio negativo ad una delle modalità che fanno da colonna portante a tutta la serie, ma è altrettanto giusto riconoscere tante potenzialità non sfruttate. Quello che ci auguriamo è che nei mesi a venire il comparto zombie di Call of Duty: Vanguard possa beneficiare di miglioramenti su tutti i fronti, in modo da tornare agli standard della serie e, chissà, magari superarli anche.
Considerazioni finali
Come espresso a più riprese nella nostra recensione, Call of Duty: Vanguard (malgrado qualche difettuccio) è riuscito a tenerci attaccati alla console per ore e ore, e non possiamo che dargliene atto! Inoltre, alle considerazioni fatte in precedenza, è doveroso elogiare il funzionamento del feedback aptico, che unito alla qualità grafica contribuisce a creare un’esperienza cinematografica. Ci auguriamo che la nostra recensione vi sia stata utile e vi invitiamo a rimanere aggiornati sul nostro sito per tutto ciò che riguarda il panorama videoludico! Vi ringraziamo per il tempo che ci avete dedicato.